Concorso

Sono stati selezionati i 12 temi vincitori del Concorso allievi "In viaggio verso Auschwitz", indetto dall'Agenzia in occasione delle celebrazioni per la "Giornata della Memoria 2007", dedicata alla commemorazione delle vittime dell'Olocausto.
Questi i ragazzi scelti dalla Commissione esaminatrice come i più meritevoli: Rossi Silvia e Gori Elisa del CFP di Alatri; Stigliano Noemi e Roccetti Francesca del CFP di Anagni; Rafeli Jessica e Serra Beatrice del CFP di Cassino; Frattali Giulia e Hakini Matteo del CFP di Frosinone; Renzi Simona e Caprarelli M.Lucia del CFP di Pontecorvo; Abballe M.Teresa e Verrelli Fabrizio del CFP di Sora.
Tra i dodici è stato inoltre scelto come vincitore assoluto il tema di Noemi Stigliano.
In sede di selezione si è dato particolare rilevo alle capacità introspettive e di immedesimazione dei ragazzi che per, la composizione del tema, hanno dovuto calarsi nei panni di un prigioniero di un lager, oltre che alla conoscenza storica.
I ragazzi si aggiudicano come premi il viaggio in Polonia che l'Agenzia sta organizzando, con partenza il 18 e rientro il 22 di Aprile, ed avranno così l'opportunità di visitare i luoghi stessi dello sterminio e di testimoniarne poi l'esperienza a scuola ed in famiglia.
Dichiara il Presidente Di Cosmo:" I temi sono stati una felice sorpresa in quanto i ragazzi hanno dimostrato una forte partecipazione emotiva e la consapevolezza del dovere di ricordare affinchè quell' orrore non si ripeta mai più e si rifiuti ogni forma di odio e di intolleranza".

"Scrivi una lettera ad un giovane di oggi come se fossi prigioniero di un campo di concentramento, raccontando quello che ti succede e ciò che provi."
13 Marzo 1943
Ciao, o forse è meglio "buongiorno" o "buonasera"...chissà se leggerai questa lettera in un giorno di sole o, magari, sarai davanti al camino, in una fredda notte d'inverno, chissà...
Per me non esiste più l'alba, il tramonto, il caldo, il freddo: qui è tutto buio e tremendamente gelido, un freddo che si ferma nel cuore, nel mio e in quello di tutte le persone che in questo momento sono qui con me. Mi trovo ora a scrivere una lettera, a scrivere come sono capitata in questo inferno. I miei sentimenti, i miei dolori, e i miei tristi giorni che io sto sopportando solo perchè sono un'ebrea.
Bene ragazzo, sono contenta di raccontarti la mia storia, con la speranza che il futuro sarà migliore e che la vita di tanta gente, di tanti bambini e la mia, serva a non commettere gli stessi errori.
Tutto iniziò nel 1939, quando in Italia vennero introdotte le leggi razziali contro gli ebrei, quindi contro di me, la mia famiglia, i miei amici, il mio popolo.
Una mattina, come tante, fu proprio quella che mi cambiò la vita: i nazisti! Già, così si chiamano coloro che nutrivano l'odio per tutti gli ebrei. Non fecero distinzione d'età, nè di sesso, tutti erano condannati a morire. Strappata via da tutta la mia vita, da tutti i miei affetti, fui portata nell'alta Italia, a Fossoli. Fui maltrattata, picchiata, molestata. Tante altre persone erano lì con me: alcune morirono di fame, di botte, altri invece, quelli sopravvissuti, furono portati ad AUSCHWITZ. Non so come sono riuscita a sopravvivere, so solo che avrei voluto morire subito: svenni. Mi svegliai e davanti a me c'era un grande campo, il campo di concentramento. Gente che "lavorava": costruivano con le loro mani la loro morte. Capii che anch'io avrei fatto la stessa fine... C'erano delle reti che circondavano tutto il terreno, c'era il filo spinato e la corrente elettrica per impedire la fuga: era una vera prigione. mentre osservavo tutto ciò, fui spinta e caddi a terra; ma una voce mi gridò:" 1216, lavora!". Già, mi chiamò 1216, ero diventata un semplice numero. Non so se provavo odio, vergogna, paura. per ore ed ore continuai a lavorare, ognuno doveva pensare a sè, non si poteva parlare, replicare, se non volevi che un colpo di fucile ti togliesse la vita. Non sapevo quale sarebbe stata la mia fine, nessuno lo sapeva. C'erano delle stanze enormi e una di queste era la nostra, dove potevamo passare poche ore di sonno. Passarono giorni, mesi, anni, ma nessuno sapeva cosa ci fosse nelle altre buie e gelide stanze. Mai dimenticherò quella notte che ha fatto della mia vita una lunga e unica notte. Mai dimenticherò quel silenzio notturno che mi ha tolto per l'eternità il desiderio di vivere. Era una di quelle tante lunghe sere, quando vidi che da quelle stanze venivano trascinate via tante persone morte. In quelle docce venivano portate con l'inganno tutte quelle persone che per i tedeschi erano ormai inutili, forse perchè non ce la facevano più, o forse perchè erano troppo anziane. Una doccia rilassante, con acqua calda, magari era questo che credevano di trovare. Lì dentro c'erano docce che emettevano gas. Morti soffocati e poi bruciati. Non dimenticherò mai quel fumo, i piccoli volti di quei bambini di cui avevo visto i corpi trasformarsi in volute di fumo sotto un cielo muto. Ora sono qui, sto per andare a morire, questa lettera la lascerò qui, sul mio letto, con la speranza che la leggerai e capirai il mio dolore... ma non preoccuparti, morirò con il sorriso, perchè quando sarò cenere e passerò per un camino, volerò nel vento con altri mille angeli lassù nel paradiso...
Noemi Stigliano